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11/06/2024

Ore: 18

Inquinamento atmosferico e salute umana: smettere di fumare o di inalare?

C-438/23

Il 31 maggio di ogni anno l’OMS celebra la Giornata Mondiale senza Tabacco. Il Ministero della Salute la onora nel proprio sito web ricordando che il consumo di prodotti del tabacco (da fumo e non da fumo) è la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile ed è un importante fattore di rischio prevenibile di malattie non trasmissibili come cancro, malattie polmonari e cardiache.

Più di 8 milioni di persone ogni anno muoiono a causa del consumo diretto di tabacco; anche l’esposizione al fumo passivo è dannosa per la salute, causando annualmente circa 1,2 milioni di morti nel mondo. In Italia sono attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro, di cui circa 43.000 per tumori.

Dunque, danni alla salute e danni anche economici, per esempio in termini di spesa pubblica sanitaria conseguente.

La strategia migliore è, a tutta evidenza, smettere di fumare. Ma l’ideale sarebbe che smettessero tutti: anche il fumo passivo e il particolato disperso dalle ceneri e dai mozziconi sono molto dannosi.

Quello che stupisce chi si occupa di ambiente, come noi di SAFE Green, è che l’opinione pubblica e i media, molto attenti al tema tabacco&fumo, paiono molto più distratti verso il tema, analogo e anzi persino più rilevante, dei danni prodotti dalle emissioni in atmosfera di quattro comparti: industriale, agricolo, residenziale, dei trasporti.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente già nel rapporto “La qualità dell’aria in Europa 2013” ammoniva che il 90% dei residenti nelle città dell’Unione era esposto a livelli di inquinanti atmosferici ritenuti nocivi per la salute dall’OMS.

Quindi l’inquinamento atmosferico riguarda tutti, fumatori e non. Perché ogni individuo, da solo, può smettere di fumare ma non di inalare.

Come riporta il Manuale Ambiente 2024 (Wolters Kluwer) al cap. 9, l’esigenza di occuparsi della buona qualità dell’aria per tutelare in qualche modo la popolazione dai rischi dell’inquinamento atmosferico iniziava ad affermarsi già nel XVIII secolo, all’avvio della Rivoluzione Industriale, quando venne accertato che l’aria era costituita da una miscela di gas di diversa natura, i quali, soprattutto nelle grandi città, risultavano già allora composti da inquinanti dannosi per la respirazione umana. 

Ma solo verso il 1950 divennero di pubblico interesse gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana, in seguito all’enorme impatto sanitario di alcuni gravi episodi di avvelenamento. Emblematico fu il caso del ‘Grande smog’ che colpì Londra nel dicembre 1952: la città fu ricoperta da una densa coltre di nebbia tossica, che causò almeno 4.000 decessi e numerosi ricoveri, provocata da una tragica convergenza di concause, fra cui un intenso inquinamento dell’aria (connesso alla combustione di carbon fossile) ed eccezionali condizioni atmosferiche. In seguito a questa calamità, la regina Elisabetta II approvò il Clean Air Act (1956).

Solo dieci anni dopo giunse la prima legge italiana in tema, che individuava l’aria come un bene giuridico da proteggere. Oggigiorno il Testo Unico Ambientale definisce l’inquinamento atmosferico: “ogni modificazione dell’aria atmosferica, dovuta all’introduzione nella stessa di una o di più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell’ambiente”. Il legislatore non si sofferma quindi soltanto sulla modificazione dell’aria atmosferica ma ne valuta la potenziale compromissione, che può essere misurata solo attraverso opportune analisi dello stato di qualità dell’aria.

La legislazione sulla qualità dell’aria si pone come obiettivo una progressiva riduzione delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici, per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini. Tale finalità è perseguita attraverso la fissazione di valori limite di concentrazione per una serie di inquinanti, che devono essere rispettati entro specifiche date, tramite la pianificazione e l’adozione di misure ed interventi di risanamento. Al riguardo, rilevano i concetti di emissione ed immissione, che sono disciplinati da strumenti normativi e di controllo tra loro diversi.

Quale sia lo stato dell’arte in materia, viene efficacemente descritto anche dal quarto “Rapporto Ambiente 2023” del SNPA, presentato a febbraio 2024. Il Report contiene un’analisi in 21 punti sulla qualità ambientale in Italia, per capire in quale direzione, se giusta o sbagliata, si stanno muovendo i trend, quali indicatori risultano a valori stabili, quali elementi andrebbero maggiormente indagati e migliorati. Il quadro complessivo è stato valutato buono, ma nell’insieme ci sono ancora diversi miglioramenti da curare. 

In particolare, risulta ancora piuttosto deludente il trend in materia di qualità dell’aria, sebbene in lento miglioramento, soprattutto per quanto riguarda il particolato PM2,5, con riduzioni, per altro, del livello di PM10. C’è da dire che l’andamento delle concentrazioni del particolato PM2,5 nel medio periodo (2013–2022) è generalmente decrescente. Il valore limite previsto dalla normativa è rispettato nella quasi totalità delle stazioni. Certo l’obiettivo di raggiungere il livello soglia raccomandato dall’OMS (più basso di quello soglia vigente attualmente in UE) appare, purtroppo, ancora lontano.

La salute dei lavoratori e dei cittadini è sempre più al centro delle normative che regolano l’azione delle aziende e delle pubbliche amministrazioni, anche in termini di monitoraggio dati e loro comunicazione al pubblico, analisi e sviluppo di azioni correttive.

Chiunque desideri approfondire il tema, anche dal punto di vista delle azioni poste a carico di imprenditori e professionisti, è invitato al web talk riportato in calce.

WEBYSAFE@ STAGIONE 2024

Inquinamento atmosferico e salute umana:

viaggio nel Rapporto Ambiente 2023 e nel Manuale Ambiente 2024

  • Ing. Erica Blasizza (consulente ambientale, coordinatrice Manuale Ambiente Wolters Kluwer) 
  • Dott. Gianfranco Amendola (giurista ambientale, già magistrato e parlamentare europeo)
  • Massimo Zortea (socio fondatore e coordinatore scientifico SAFE Green)

Modera: avv. Corrado Carrubba (SAFE Green)

Martedì 11.06.2024 h 18.00 – 19.30 online talk 

Accesso libero su iscrizione. Per iscriversi, CLICCARE QUI

Media Partner: Wolters Kluwer