La Cassazione con la sentenza n. 39082/2017 ha precisato che la detenzione di alimenti congelati o surgelati all’interno di un esercizio commerciale, senza che nella lista delle vivande sia indicata tale qualità, integra il reato di tentativo di frode in commercio.
Tale comportamento è univocamente rivelatore della volontà dell’esercente di consegnare ai clienti una cosa diversa da quella pattuita (Sez. 3, n. 5474 del 05/12/2013, dep. 2014, Prete, Rv. 259149; Sez. 3, n. 23099 del 13/04/2007, Cambria, Rv. 237067) sicché anche la mera disponibilità di alimenti surgelati, non indicati come tali nel menù, nella cucina di un ristorante, configura il tentativo di frode in commercio, indipendentemente dall’inizio di una concreta contrattazione con il singolo avventore (Sez. 3, n. 6885 del 18/11/2008, dep. 2009, Chen, Rv. 242736).